valle dei mulini gallio

Escursione alla Valle dei mulini di Gallio

Immaginate il rumore del ruscello. Il verde della vegetazione che cresce rigogliosa. Gli uccellini che cinguettano sugli alberi. Le fragoline di bosco ai margini del sentiero. Con l’escursione alla valle dei Mulini di Gallio potrete mettere alla prova tutti i vostri sensi.

Lo sapevate che Gallio è ricco di sorgenti d’acqua perenni a differenza di altre zone dell’Altopiano dei Sette Comuni? Grazie all’acqua, alla presenza del tannino e all’abbondanza di animali, a Gallio si sviluppò fin dal quindicesimo secolo un’intensa attività conciaria. L’acqua della sorgente muoveva le ruote degli opifici nella Valle della Covola, mentre il tannino, indispensabile per rendere imputrescibili le pelli, veniva ricavato dalla corteccia d’abete. Sembra che ancora prima dello sviluppo degli opifici, fin dal lontano Medioevo, la comunità di Gallio si dedicasse all’arte della concia delle pelli.

Andiamo a scoprire questo antico mestiere con un’escursione nel passato: ecco tutti i dettagli per visitare la valle dei mulini di Gallio e i resti degli antichi opifici.

Il sentiero dei mulini nella Valle della Covola a Gallio

L’escursione comincia dal centro di Gallio: lasciate l’automobile nei pressi dell’Hotel Gaarten o della Pizzeria Ristorante Capanna Bianca e proseguite a piedi lungo via Ech. Dopo circa 200-250 m troverete le indicazioni per scendere fino agli antichi mulini e alle Valle della Covola (l’imbocco del sentiero si trova qui).

Purtroppo degli opifici rimangono solo alcune strutture recuperate. Dobbiamo immaginare degli edifici a più piani che per secoli, fino allo scoppio della Prima guerra mondiale, venivano usati sia per l’attività produttiva che come abitazioni. Una vera e propria contrada, fornita anche di lavatoi, usati fino agli anni cinquanta. Per capire l’importanza di questa attività basti pensare che nel 1892, su un totale di ventisei concerie esistenti nella provincia di Vicenza, Gallio ne contava otto.

Storia degli opifici della Valle della Covola

Attraverso i catasti storici possiamo risalire al tipo di lavorazioni effettuate negli opifici della Valle della Covola: alcuni frantumavano le cortecce per estrarre il tannino, altri svolgevano anche l’attività di macinazione del grano e dell’orzo. Si praticava, infine, la follatura, un trattamento meccanico che ha lo scopo di conferire compattezza, leggerezza e morbidezza ai tessuti di lana e ai feltri.

Nel 1916 l’edificio nei pressi della sorgente venne utilizzato dall’esercito italiano e trasformato in centrale idroelettrica e stazione di pompaggio dell’acquedotto che portava l’acqua fino a ridosso delle linee dello Zebio. Durante il conflitto, purtroppo tutti gli edifici vennero distrutti, tranne la centrale. L’attività della concia riprese lentamente nel periodo postbellico, per poi cessare definitivamente negli anni trenta.

Dopo avere costeggiato il ruscello si arriva alla bellissima Valle dei Ronchi. Attraversate la Contrada Val de Ronchi fino a ricongiungervi a via IV novembre e tornate a Gallio per la strada asfaltata. In alternativa potete tornare per il sentiero dell’andata.

L’escursione è lunga 5 km e dovrete affrontare un dislivello di 180 m. Ci impiegherete circa un’ora e quaranta minuti (soste escluse).

4 Commenti
  • Savio
    Posted at 23:41h, 22 Maggio Rispondi

    Ho apprezzato con stupore tutte queste uscite.
    Mi chiamo Savio, da anni spesso e volentieri io ed un mio amico o assieme ad altri facciamo escursioni anche in giornata nel raggio di 100 400 km verso, Appennini ,Alpi ,mare, Slovenia, Croazia ,Austria, Svizzera, per visitare luoghi, paesi, castelli musei,
    posti di interesse sia storico che geografico accompagnate con delle belle camminate.

    • Anna Roscini
      Posted at 07:37h, 23 Maggio Rispondi

      Ciao Savio! Ti ringrazio, condividiamo la stessa passione! Ti auguro tante avventure e buoni passi!

  • Riccardo
    Posted at 15:10h, 26 Gennaio Rispondi

    Grazie per aver condiviso questo itinerario. Io di solito frequento la zona di campo Mulo e campo Muletto e non conoscevo questo sentiero.

    • Anna Roscini
      Posted at 10:40h, 16 Febbraio Rispondi

      Ciao Riccardo sono contenta possa esserti stato utile, sono territori a me molto cari.

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