skogafoss

Skógafoss, la cascata leggendaria dell’Islanda del sud

La leggenda narra che dove finisce un arcobaleno sia posto un calderone colmo d’oro. Quello che la leggenda non dice è che quando vedi un arcobaleno come quello di Skógafoss, il tesoro l’hai già trovato.

Skógafoss è una delle cascate più spettacolari dell’Islanda sud-occidentale. I boschi che qui un tempo crescevano, oggi non ci sono più, ma la “Cascata dei boschi” (questo il significato della parola Skógafoss) rimane una delle più fotografate d’Islanda per la sua bellezza senza uguali. Nelle giornate di sole, la luce colpisce le gocce d’acqua dando origine a spettacolari arcobaleni.

Skógafoss si trova vicino al piccolo villaggio di Skógar, nel sud dell’isola, e ha origine dal fiume Skógaá, proveniente dal ghiacciaio Eyjafjallajökull. Larga venticinque metri e alta sessanta, questa cascata è ben visibile dalla Ring Road. Se state viaggiando lungo la Hringvegur, vi consiglio pertanto di inserirla nella lista delle cose da vedere in Islanda.

Potrete ammirare la potenza di Skógafoss anche dall’alto, grazie ad una scalinata di circa 700 gradini che sale a destra della cascata.

Da qui parte anche una delle escursioni più famose in Islanda: il bellissimo trekking di Fimmvörðuháls. Si tratta di un percorso di 23, 4 km. Lungo l’itinerario incontrerete altre 22 cascate e camminerete tra i due ghiacciai Mýrdalsjökull e Eyjafjallajökull per arrivare nella valle di Þórsmörk.

La leggenda di Skógafoss

Secondo una leggenda, Þrasi Þórólfsson, il primo abitante di Skógar, era un uomo molto ricco. L’età avanzava e accortosi che non voleva condividere le ricchezze accumulate con nessuno, decise di riempire un baule con tutti i suoi soldi e i suoi oggetti preziosi e di seppellirlo nello specchio d’acqua sotto la cascata di Skógafoss. Nel corso dei secoli, in molti provarono a recuperare il baule pieno d’oro, senza successo. Un giorno, alcuni riuscirono a fare passare una corda attraverso la maniglia laterale a forma di anello, ma tirando sempre più forte la maniglia si staccò e il baule sprofondò. L’anello della maniglia fu quindi donato alla chiesa di Skógar prima e a quella di Evyindarhólar dopo. Quando anche questa venne demolita, l’anello venne affidato al Museo del Folklore di Skógar, dove è tuttora conservato e visibile.

Fotografie © Anna Roscini | Riproduzione vietata

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