hverir islanda

Hverir, dove la terra sbuffa nell’Islanda del nord

Un forte odore di zolfo, fumarole attive, pozze di fango ribollenti, depositi sulfurei. A circa 6 km da Mývatn, nel nord dell’Islanda, incontriamo l’area geotermica di Hverir. Se siete in vacanza in Islanda e state viaggiando sulla Ring Road, vi consiglio di fare una breve sosta per ammirare uno dei paesaggi più incredibili di tutta l’Islanda. I giochi cromatici della natura in questa terra che sbuffa danno il meglio di sé e i nostri occhi rimangono sorpresi di fronte ai colori contrastanti. Il grigio scuro e l’argento delle pozze di fango, l’ocra e il rosso della terra, l’azzurro del cielo. Hver in islandese significa sorgente calda: Hverir è infatti una delle zone geotermali più attive di tutta l’isola.

Come raggiungere l’area geotermica di Hverir e il passo di Námaskarð

Dal lago Mývatn proseguiamo sulla Hringvegur, la strada che circonda l’Islanda, verso il passo di Námaskarð, sul monte Námafjall, e scendiamo dal lato opposto per entrare nel paesaggio lunare di Hverir. Non ci sono indicazioni, ma è sufficiente seguire le fumarole e fermarsi nel parcheggio sulla destra dove sono presenti in genere numerose automobili.

Hverir è una solfatara compresa nell’area geotermale del Krafla e le temperature del sottosuolo sono altissime. I fanghi e il vapore possono raggiungere la temperatura di 100 gradi centigradi! Per questo motivo, è importante fare attenzione e camminare solo lungo i percorsi segnalati, delimitati dalle corde di sicurezza. In alcuni punti infatti la superficie è molto sottile e pericolosa. Con il minimo cambio di vento, potreste inoltre ritrovarvi immersi in una nuvola di vapore bollente e puzzolente. Pensate che sono state posizionate numerose pietre per coprire alcune delle fenditure dalle quali esce maggior vapore.

Se volete ammirare Hverir dall’alto, è presente un sentiero escursionistico che sale al monte Námafjall. Si impiegano circa 30 minuti a percorrerlo.

La vegetazione è inesistente: il calore della terra, l’acidità nel suolo e i fumi velenosi rendono pressoché impossibile la vita. Una terra desolata che, secondo un’antica leggenda islandese, sarebbe proprio la cucina del diavolo, dove la moglie si diletta a preparare deliziosi piatti per il suo amato. Voi che dite? Secondo me l’inferno non può essere così bello!

Fotografie © Anna Roscini | Riproduzione vietata

1 Comment
  • cristian stefano manni
    Posted at 09:44h, 05 Dicembre Rispondi

    Ciao, Un posto primordiale, un salto indietro nel tempo di qualche milione (miliardo?) di anni. Colori molto belli… però in un posto così non starei volentieri più di qualche ora: il tempo per qualche foto, un pò di rischiosa meditazione tra i vapori solfurei, un’ora di tempo per la cottura di un pollo alla diavola concessi alla moglie, e via!
    Coppia simpatica e fotogenica…
    Un saluto!

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